Ventitreesimo giorno 125 Km, progressivo 5.608 km
Ci siamo svegliati molto presto, le previsioni del tempo nella zona davano bello solo nel primo mattino, quindi proviamo a sfruttare al meglio la giornata dato che oggi abbiamo in previsione di visitare ben quattro piccoli paesi qui alle Lofoten, molto vicini tra loro. Partiamo e dopo meno di mezz’ora troviamo un parcheggio appena dopo uno dei numerosi tunnel. Lasciamo il camper qui e a piedi, lungo la strada, raggiungiamo la minuscola Hamnoy, che non ha un parcheggio, e’ un villaggio di pescatori, fatto di piccoli gruppi di rorbuer, le caratteristiche casette rosse di legno costruite su palafitte, lungo lo spettacolare fiordo Vestfjorden, incastonate dalle bellissime vette delle montagne. Non c’è un vero centro, sono solo abitazioni sparse, ma la vista dal ponte che collega Hamnoy con Sakrisoy è di una bellezza unica.
Attraversato a piedi l’alto ponte arriviamo proprio a Sakrisoy, l’altro minuscolo borgo, stavolta fatto di casette color giallo e bianco, che risaltano con le tonalità blu e verde delle acque del fiordo. Anche qui paesaggi da cartolina, quasi surreali.
“Paesaggio fiabesco” è un’espressione forse abusata, ma è il modo migliore per descrivere la bellezza surreale delle Isole Lofoten. Questo arcipelago magico immerso (da aprile a settembre) nella luce cristallina del Nord è il posto giusto per capire perché la Norvegia è il regno della Natura.
Lonely Planet
Nella piccola isola oltre alle casette e ai rorbuer per turisti, c’è solo Anita Seafood, ancora chiuso a quest’ora, che pare faccia squisiti panini di pesce. Con una passeggiata, attraversando altri ponti che collegano le piccole isole fra loro, potremmo anche arrivare a Reine, ma fa freddo e il vento soffia forte, come sempre da quando siamo qui alle Lofoten.
Quindi torniamo in pochi minuti a piedi a prendere il camper per fare i 2 km di strada che ci separano da Reine. Reine è la più grande delle tre cittadine, anch’essa un borgo di pescatori, ma qui, a differenza di Hamnoy e Sakrisoy, c’è qualche negozio, un piccolo supermercato Coop, il porto proprio accanto ad un’area sosta per camper. Proprio qui, dove c’è un piccolo faro, provo a far volare il drone per riprendere dall’alto questo spettacolare piccolo arcipelago di isole collegate dai ponti, dove sorgono le tre cittadine, ma il vento è davvero forte, il tentativo non riesce.
Nonostante ciò, non è affatto difficile trovare scorci da fotografare. Il tempo cambia in continuazione, ogni tanto scende una leggera pioggia portata dal vento anche se il cielo e’ azzurro, poi torna il sole, poi ancora la pioggia. Alle Lofoten fare il meteorologo non deve essere semplice…
Questi tre paesini lungo il Vestifjorden sono davvero i più suggestivi finora visitati, sembrano quasi finti, tanto è perfetta la cornice naturale nella quale sono incastonati. Più che soddisfatti della visita, riprendiamo il camper e continuiamo a percorrere la E10 verso ovest proprio mentre comincia a piovere più seriamente. In 15 minuti di strada costiera raggiungiamo l’ultimo avamposto dell’arcipelago delle Lofoten, la piccola località di Å, che in norvegese si pronuncia “O”, ultima lettera dell’alfabeto norvegese e ultima località delle Lofoten raggiunta dalla strada, nota anche per essere la cittadina col nome più corto al mondo, record difficilmente battibile….parcheggiamo il camper poco prima, di fronte al museo dello stoccafisso, gestito da un italiano, che però è chiuso. Attraversiamo a piedi un breve tunnel ed entriamo nel paese, percorriamo un breve sentiero tra gli onnipresenti camenerio, i fiori viola che “colorano” le strade norvegesi. Anche Å è un piccolo borgo di pescatori, c’è un museo, una bakery, qualche stoccafisso appeso e tanti gabbiani.
Siamo nella punta più meridionale delle isole Lofoten, nel suo ultimo avamposto, sotto un cielo ora grigio che minaccia altra acqua, ma anche così, spaziando con lo sguardo verso il mare e gli isolotti di rocce che emergono a poca distanza, sembra di essere alla fine del mondo. Prima di andarcene, compriamo per merenda nella piccola bakery le kanelbulle, poi di nuovo in camper, felici di questo poker di piccoli borghi di una bellezza unica.
Riprendiamo la strada per tornare, ripassiamo da Reine e facciamo tappa anche a Ramberg, sempre lungo la E10, con una breve sosta per la spesa: compriamo ed assaggiamo anche quelle che sembrano normali pacchetti di patatine, ma che in realtà sono chips di stoccafisso! Sapore particolare, ma tra noi chi le apprezza di più è sicuramente Marlena. Percorriamo un po’ di strada, questa sarà la nostra ultima notte in queste meravigliose isole, ed arriviamo a Rystad, nella parte centrale delle Lofoten. Ha smesso di piovere, il cielo è di nuovo azzurro. Questa sera niente sosta libera, optiamo per il campeggio, è il Rystad camping non ci fa pentire della scelta: è in un posto tranquillo, nella campagna, lungo uno spettacolare fiordo con alle spalle le montagne. La piccola reception è chiusa, un cartello avvisa che apre dalle 18 alle 20 e invita a trovare un posto e sistemarsi, passando in orario di apertura a pagare, così facciamo. Anche questa notte dormiremo accanto alle gelide acque del Mar di Norvegia, in un posto magnifico, silenzioso, ed immersi nella natura.
SOSTA CAMPER
Campeggio RYSTAD LOFOTEN CAMPING, 90 Fylkesveg 864 Kleppstad. Costo 37 euro a notte con allaccio corrente, 4 persone. Tutti i servizi disponibili, wifi e splendida vista fiordo.